Bovini
L’allevamento dei bovini da carne è un comparto zootecnico di estrema importanza e in costante crescita in Italia. Le motivazioni di questo sviluppo sono da ricercarsi principalmente nell’attenzione crescente che il consumatore italiano mostra nei confronti delle carni di alta qualità, ottenute da razze pregiate, allevate nel nostro territorio, con sistemi che rispettano il benessere animale e la sostenibilità ambientale.
In Italia ci sono circa 150.000 allevamenti con più di 6 milioni di animali al loro interno, il 60 % è concentrato in pianura padana e vede la Lombardia al primo posto, L’Emilia Romagna conta circa 9.350 allevamenti.
Le razze bovine italiane sono molteplici e si suddividono in razze da carne, da latte e miste. Queste ultime possono a volte svolgere la doppia funzione, ma generalmente non raggiungono gli standard qualitativi di una vera razza da carne. Le razze da carne (dette razze nutrici perché le femmine allattano il vitello), sono selezionate per la loro attitudine a produrre carne (sviluppo muscolare, aumento ponderale medio quotidiano, proporzione di pezzi a cottura rapida, ecc.), in quanto il loro potenziale lattifero è unicamente destinato alla crescita del vitello nei primi mesi di vita.
Suini
In Italia i suini sono allevati principalmente nella pianura padana. Le regioni dove si concentra la maggiore produzione di suini sono Lombardia, Emilia-Romagna, Piemonte e Veneto. Spesso gli allevamenti sorgono vicino a caseifici, in modo da potere utilizzare il siero di latte per l’alimentazione degli animali.
Avicoli
L’Italia è al sesto posto fra i Paesi produttori di carni avicole dopo Polonia, Francia, Regno Unito, Germania e Spagna, e al quarto posto per la produzione di uova (dopo Francia, Germania e Spagna). Anche nel 2018 il settore ha confermato il suo primato di autoapprovvigionamento, risultando nel complesso autosufficiente al 106,6%: nello specifico, infatti, in Italia viene prodotto il 103,2% delle carni di pollo consumate nel nostro Paese e il 121,2% delle carni di tacchino.
Il consumo di carni avicole e di uova è stabilmente tra i primi posti nelle abitudini alimentari degli italiani. Nel 2018 sono stati prodotte 1,314 milioni di tonnellate di carni avicole e 12,253 miliardi di uova. L’anno scorso gli italiani hanno consumato circa 20,4 kg pro capite di carni bianche e 208 uova. Da 60 anni nel nostro Paese i polli e i tacchini sono allevati a terra e non in batteria, in genere all’interno di ampi capannoni, nel rispetto delle norme europee e italiane – le più rigorose al mondo – che stabiliscono parametri tali da consentire all’animale di avere comportamenti naturali: clima, illuminazione, densità di allevamento. Negli allevamenti biologici, i mangimi sono ottenuti da coltivazioni certificate bio. La filiera avicola italiana è il fiore all’occhiello del made in Italy agroalimentare, soprattutto per la forte integrazione fra le sue differenti fasi, dagli incubatoi all’allevamento, dal ritiro alla trasformazione, fino alla distribuzione e alla logistica. Le aziende che oggi guidano il settore sono nate negli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento come imprese dell’allevamento e della mangimistica: in seguito hanno esteso la propria attività alle fasi successive della filiera, per rispondere efficacemente alle richieste della grande distribuzione organizzata. Questa caratteristica ha permesso di sviluppare in modo efficace elementi qualificanti del settore come la tutela della sicurezza alimentare, del benessere animale, della biosicurezza e di diffonderli su ampia scala all’intera filiera.